UMBRIA
ANTICA
VIE D'ACQUA E DI TERRA
Dal 29
marzo al 23 giugno 2002
Perugia
Centro Espositivo Rocca Paolina
Orari:
dal martedì alla domenica
10.00 - 19.00
Lunedì chiuso
Biglietti:
intero Euro 5
ridotto Euro 2
Informazioni:
Musei Statali dell'Umbria infoline 199101330
Tutti i giorni
dalle 10.30 alle 13.00
e dalle 14.30 alle 18.00
Organizzazione:
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria in
collaborazione con la Provincia di Perugia - Servizio
Attività Artistiche Culturali e Sportive - Ufficio
Promozione Eventi e Gestione Centri Espositivo-Museali.
Promozione:
Civita
La guida della mostra:
Electa
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LA VIA
DELL'ANTICO
Nell'immaginario collettivo la parola Umbria si associa
al Medioevo: S.Francesco e Giotto, corporazioni e
balestrieri in costume, cittadine turrite e antichi
monasteri, ma c'è anche un'Umbria diversa, preromana e
romana. Regione molto più ampia dell'attuale fu abitata
da popolazioni del gruppo osco, stabilitesi nella zona
del Medio Appennino all'alba del I millennio a.C.; divise
in molte piccole comunità non riuscirono a costituire
uno stato unitario ed entrarono ben presto in contatto
con i Romani in parte affiancandoli, in parte
osteggiandoli. Dopo la battaglia di Sentino, nel 295
a.C., vinta dai Romani contro una coalizione di popoli
centro-italici, l'Umbria fu completamente romanizzata
rimanendo fedele all'Urbe anche durante la guerra sociale
nel 90 a.C. Il suo territorio costituì la VI regione
augustea e si coprì di città: Interamna (Terni),
Iguvium (Gubbio), Tuder (Todi), Hispellum (Spello),
Perusia (Perugia), fu attraversata da grandi strade ed
ebbe un discreto sviluppo agricolo e commerciale. Dopo la
fine dell'Impero fu devastata dalle Guerre Gotiche e nel
VI secolo d.C. fu occupata dai Longobardi che
costituirono il Ducato di Spoleto, formalmente dipendente
dal Regno di Pavia; dopo il periodo carolingio entrò a
far parte del Patrimonium Beati Petri, embrione del
successivo Stato Pontificio. Per ricordare l'antica
Umbria e la sua funzione di ponte tra i due mari e tra la
zona padana e i territori etruschi e laziali, è stata
allestita a Perugia una mostra, nel Centro Espositivo
della Rocca Paolina, che prende in particolare
considerazione le vie d'acqua e di terra che attraversano
la regione e le conseguenze che tali percorsi arrecarono
alle zone montuose centro italiche. La viabilità che
traversava l'Umbria da Nord a Sud e da Est ad Ovest era
di origine addirittura protostorica legata alla
transumanza e ai commerci e fu razionalizzata in età
romana con la costruzione di grandi vie lastricate: la
Flaminia da Roma a Rimini, la Amerina che collegava Roma
con Amelia, Todi, Bettona, Perugia, Chiusi dove si
congiungeva con la Cassia, la Traiana che era una
diramazione, interna all'Umbria, della Cassia tra Bolsena
e Chiusi. Alle strade si aggiungevano le vie d'acqua ,
principalmente il Tevere che con la sua fertile valle
forniva produzioni agricole per i mercati di Roma
imbarcate in numerosi porticcioli fluviali e trasportate
in chiatte trainate da uomini o animali. Anche il Nera
era solcato da imbarcazioni e in alcune grotte in zone
scoscese lungo le sue rive mostra i segni di
frequentazioni cultuali di epoca preistorica. I centri
abitati di epoca umbra e i municipia romani erano centro
di produzione di frumento, vino, olio, sedi di fornaci
che producevano vasellame di qualità e ospitavano
borghesie agiate e culturalmente elevate. La mostra si
articola su sei sezioni, ognuna delle quali si riferisce
ad un asse viario con gli insediamenti ad essi collegati
e dei quali è esposto molto materiale. I circa duemila
pezzi sono di tipo vario, da ceramiche a urne, da anfore
a reperti marmorei; particolarmente interessanti una
collana d'oro a maglie intrecciate, un tesoro di circa
tremila monete d'argento, corredi funerari, gioielli e
cippi miliari d'età romana. E' piacevole visitare la
mostra ma sarebbe opportuno anche vedere i piccoli centri
umbri, le antiche città romane sopravvissute e quelle
morte le cui rovine costituiscono interessanti parchi
archeologici: Ocriculum a cavallo della Flaminia e
Carsulae vicino Terni.
Roberto
Filippi
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